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predica decimanona 91


io non mi voglio dare a niuno di questi tali. Ma s’io mi maritarò, mai io mi darò1 a uno che ami me per avere la robba mia; e per questo solo io non mi so’ maritata. — Or vede come va la cosa, quando una si marita, e colui la piglia per avere la robba. Hai avuta la sua robba senza altra bontà o virtù? — Sì. — Come ella giógne a casa del marito, la prima cosa che le è detto, si è: — tu sia la malvenuta; — e se non l’è detto colle parole, sì le è detto co’ fatti; imperocchè costui non ha avuto il pensiero, se non d’avere le dote. Ma se un’altra avesse più che non ha auto costei, cioè, che ella avesse le dote e la bellezza, oh, è una stempeggia!2 Poco poco3 più in là non ci sarà la vera amicizia infra costoro; che come ella diventerà un poco gialla, non le vorrà tanto bene poi. Se una ârà della robba, ârà la bellezza e ârà buono sentimento, tanta sarà più amicizia; se v’aggiugni che ella sia ricca, savia, acostumata, buona, farà figliuoli, comportarà la suociara e il suociaro, temarà Idio, portarà amore a tutti quelli della casa, farà limosime et orazioni a onor di Dio, e farassi voler bene a tutti quelli che bazzicaranno con lei; se ella avarà queste condizioni, non che loro, ma le pietre ne diranno bene. Oh! a questi tali si dimostrarà la vera amicizia. Non è sola la gran dota quella che fa volere bene alla donna, nè anco è la dota grande, nè la bellezza; ma solamente la bontà fa che tanto è amata. E però, o donne, che avete le vostre figliuole a maritare, fate che voi facciate che le vostre figliuole abbino que-

  1. Negli altri Codd., mi maritarò.
  2. È una brontolona, una inquieta.
  3. Negli altri Codd.: Un poco.