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r onore, e da ognuno ne è detto male, et infine n’àrà pena, se egli non s’astiene nè per paura di sè, nè per r amor del mondo, nè per cagione di Dio. Eglino cono- scono bene che eglino fanno male, e non lo vogliono lassare, solo per lo diletto che hanno in farlo. A’quali si può dire: Nec Deum timenL neo homines reverentur — Ellino non temono Iddio, nè anco non hanno riverenzia agli uomini, — che vogliono far bene e vivare santa- mente all’onor di Dio. Sicondo amore è sollecitante^ cioè fa’ che tu sii sol- lecito a ogni buona operazione. Se tu hai a rèndare r altrui, va’_, paga, non indugiare. Se t’ hai a confessare, va’subito. Se hai a governare figliuoli, fa’ che tu sia sollecito. E così dico per te come per altrui. In omni opere tuo esto velox — In ogni tua operazione fa’ che sia veloce, esperto. — Non èssare mai pigaro, chè mai pigarizia non puotè ^ èssare buona se non a mal fare. Terzo amore è onorante; che tu porti onore al tuo maggiore, e anco al tuo uguale, e al tuo minore. Del quale ci dice Favolo scrivendo ai Romani a xij cap. Honore invicem praevenientes: — Portatevi onore e amore l’uno all’altro; — il maggiore al minore, ed il minore al maggiore. Fate che ognuno sia amato per l’amor di Dio. Quarto amore è soveniente; che se fusse uno infermo^ al quale tu li portasse tutti questi amori, dico che non li bastano. Tu vedi che per la infermità sua elli non sì può aitare: va’, aitalo tu che puoi. Cuoceli quello cbe gli bisogna, che non può cuocere lui; lavalo quanto n’ ha 1 II passo è tolto al Vangelo di San Luca, cap. xviij, v. 2, dove bensì dice: qui Deiim non Umehat^et hominem, non reverehatur. 2 Ecclesiastico, cap, xxxj, vers. 27, e dice: In omnibus operihus iuis ec^ 3 Tutti gli altri Codd., potè. PRED. VOLG. DI S. BERNARDINO 6