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lacomo: Orate prò invicem^ ut salvemini: ‘ — Orate Tuno per Taltro, acciocché voi vi salviate. — Dove ci dimostra che se noi non oriamo l’uno per lo altro, mai ci potia- ino salvare. Adunque, volendoci salvare, ci conviene pre- gare Idio per noi [e per lo prossimo; chè come preghia- mo Iddio per noi ®,] cioè che ci perdoni l’offese, che ci dia sanità, che ci dia robba, che ci dia cognoscimento di ciò che abisogna simile doviamo pregare per lo nostro prossimo. E il vero amore che noi doviamo por- tare r uno air altro; questa è la vera amicizia. E ben- ché tu dicessi; — io oro per tutti i miei amici; — ode Favolo ^ che ti dice di colui. Che tu dirai: — o, elli non è mio amico! — Dice Favolo: Orate prò calumnianti- bus et prò persequentibus vos: ^ — Orate per quelli che vi hanno calunniato, e detto male di voi, e per coloro che vi hanno perseguitato e fattovi ingiurie con fatti e con parole. — E questo è il primo amore. Al sicondo. Sicondo amore è consolante. Non basta pure l’orare alla vera amicizia, che bisogna anco che tu il dimostri colle parole operative; chè se tu vedi il tuo prossimo con tribolazioni, bisogna che tu il consoli. Ode Favolo come cel canta: Consolamini imicem in verbis istis: ^ — Fate che voi vi consoliate insieme con queste parole. — Se ’l vedi infermo, dilli che abi pazienzia per F amore di lesti Cristo che patì tanta pena per lui. Se è toltoli rob- ’ Gap.V,V.16. ^ Le parole chiuse da parentesi, necessarie al senso, mancano al no- stro Cod., ma si leggono negli altri Testi. 3 II Cod. Pai., che ci bisogna. ^ Il Cod. Pai. ha quasi costantemente, Paulo. 5 La citazione è errata, appartenendo questo passo al Vangelo di san Matteo, cap. V, vers. 44, ma con qualche leggera variante. 6 Ep. prima ad Thcssalonicenses, cap. IV, v. 17. Fu aggiunta la parola istis, mancante ai Codici.