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predica decimaottava 63


tui figliuoli propri. O, se tu padre e madre non hai cura de’ tuoi figliuoli; chi credi che n’abbi cura? Se tu non cerchi che eglino piglino ogni buono costumo, chi credi che ’l cerchi? Se tu no ’l meni alla predica, dove s’impara tanto bene, chi credi che vel meni? Se tu no ’l fai ubidiente, che ti ritema,1 chi credi che ’l faccia ubidiente? Se tu il vedi fare le gattive usanze e non te ne curi, 2 chi credi che se ne levi? Se tu il vedi ghiottone e non te ne curi, chi credi che gliel dica? Se tu il vedi scostumato e non te ne curi, come andarà il suo fatto? Se tu vedi che egli piglia gattive compagnie e di persone viziose (e per questo tu n’hai di cotali amicizie, e il diavolo te ne portarà) e tu non te ne curi, et cetera et ceterone; oh, quanto va male a questo modo! Non fare: Filii tibi sunt? erud3 illos (Ecclesiastico, vij); — Hai figli?4 Fa’ che tu gli amaestri con questo amore cordiale, che tutti diventino buoni, acostumati, riverenti in amor di Dio e in timore, e così vivarai molto consolato di tali figli. — Io dico bene anco di chi ha figliuoli altrui a suo governo, e anco a chi fusse tutore di fanciulli, e anco a chi fusse curatore. E questo è in quanto al primo amore naturale.

Sicondo amore è spirituale; e questo è di preti e di prelati, i quali hanno cura d’anime. Oh, ella è si grande tesoro l’anima, la quale ha tanta grazia da Dio, ch’è delle maggiori cose che noi aviamo! El magiore tesoro di Dio è quello dell’anima, e dallo al tuo prelato in guar-

  1. Cioè, che ti tema; avendo pure questo semplice significato il verbo Ritemere.
  2. Tutti gli altri Codd., e non te ne levi; che vuol dire, e non ti muovi a toglierle via.
  3. Nei Codd. invece: instrue.
  4. Gli altri Codd., figliuoli. Così poco sotto.