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tui figliuoli propri. 0, se tu padre e madre non hai cura de’tuoi figliuoli; chi credi che n’ abbi cura? Se tu non cerchi che eglino piglino ogni buono costumo, chi credi che ’l cerchi? Se tu no’l meni alla predica, dove s’im^ para tanto bene, chi credi che vel meni? Se tu no ’l fai ubidiente, che ti ritema, ‘ chi credi che’l faccia ubidiente? Se tu il vedi fare le gattive usanze e non te ne curi, ^ chi credi che se ne levi? Se tu il vedi ghiottone e non te ne curi, chi credi che gliel dica? Se tu il vedi sco- stumato e non te ne curi, come andarà il suo fatto? Se tu vedi che egli piglia gattive compagnie e di persone viziose ( e per questo tu n’ hai di cotali amicizie, e il diavolo te ne portarà } e tu non te ne curi, et cetera et ceterone’^ oh, quanto va male a questo modo! Non fare: Fila tibi sunt? erudì ^ ^7/os (Ecclesiastico, vij); — Hai figli? Fa’ che tu gli amaestri con questo amore cordiale, che tutti diventino buoni, acostumati, riverenti in amor di Dio e in timore, e così vivarai molto consolato di tali figli. — Io dico bene anco di chi ha figliuoli altrui a suo governo, e anco a chi fusse tutore di fanciulli, e anco a chi fusse curatore. E questo è in quanto al primo amo- re naturale. Sicondo amore è spirituale; e questo è di preti e di prelati, i quali hanno cura d’anime. Oh, ella è si grande tesoro l’anima, la quale ha tanta grazia da Dio, ch’è delle maggiori cose che noi aviamo! E1 magiore tesoro di Dio è quello dell’anima, e dallo al tuo prelato in guar- 1 Cioè, che ti tema; avendo pm-e questo semplice sigmificato il verbo Ritemere. 2 Tutti gli altri Codd., e non te ne levi \ che vuol dire, e non ti muovi a toglierle via. 3 Nei Codd. invece; instrue. ^ Gli altri Codd., -f igliuoli. Così poco sotto.