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giovale di stare azimata, vana e vaga di stare sempre a le finestre, da non cavare imo buono costume di lei. Oh, ella è la bella grazia, non ti pare? Sai che si suol fare? Siiolsi maledire chi prima ne fece parok de’ fatti suoi; disiderando ‘ la morte sua, dolendogli ch’ella vive tanto, e molte volte dirà, — che ’l diavolo ne vada con essa: la earta^ dovea esser di coio di troia, che mai non verrà meno; - e sempre disidera la sua morte. Adunque, impa- ra, che tutte le cose ch’a te si confanno, fa’che le impari e falle con amore e con diligenzia. E non facendo quello che tu hai a fare con diligenzia, tu non le farai mal bene. Vuoi tu ch’ io t’ insegni a cognoscere chi è atta a far bene e ha qualche poco di sentimento? Attende: a tre cose le cognoscerai: prima, al ridare, al mostrare de’ denti. Quando tu vedi una che abbi il costume di ridare alla squaternata, ^ che ella apre la bòca, e mo- strati tutti i denti, di’ sicuramente che colui o colei sia paza. Anco si cognoscono allo andare, chè vanno a capo alto, sai, alla sbalestrata. Anco tei dimostra el vestimento che si porta. Se tu vedi uno o una con questi grilli o co le frapole^e co le trappole, pensa che così le’grilla il capo, come di fuore el dimostrano ne la portatura. E come tu vedi le pazie ne’ vestimenti di fuore, così pensa cne sta dentro nel cuore tutto pieno di chicchirichì. Hai mai vedute di queste donne che hanno il capo grosso? Come tu vedi la civetta, così so’ loro: portano i capi a civette. A che è buona la civetta? E buona a ucellai’e

  • Desiderando il marito ec.

2’ Cioè, Jà scritta nuziale. 3 0, squadernata, come leggono gli altri Codd., cioè ridere a bocca spalancata, sgangheratamente. 11 (Jod. Sen. 6, trappole, lo stesso che frappe, ornamenti vani di vesti muliebri.