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predica decimasettima | 37 |
gastiga, o offiziale; fa’ che da te non resti ch’el male sia spento. E qui hai veduto il primo esercizio: metire templum.
El sicondo esercizio è il bene e le virtù favoreggiare e augumentare. E questo è misurare l’altare di Dio. Che è l’altare? So’ coloro che vogliono e fanno bene. Tutti costoro si dicono altare1, quasi ab altare; come a dire una casa molto alta, cioè casa di vita eterna, dove mai non vi si fa altro, che tutto bene. Chi è quello che non volesse èssare dove non si fa altro che bene? Solo in gloria si fa solo bene. E però dice Pavolo: Nostra conrersatio in coelis est: — La nostra conversazione è in cielo; — cioè, che quando l’uomo fa bene, sempre arde in amor di Dio con Dio. Simile, è in amor di Dio che favoreggia il bene. E però hai: Ignis in altare meo semper ardebit: — Il fuoco ardarà sempre nel mio altare. — Sònci de’ buoni? — Sì. — Da’ lo’ favore. Ècci de’ gattivi? — Sì. — Tòlle lo’ la forza sì e per tal modo, che non possino far male.
Voi avete fatto ordine che non si vada a’ monasteri. Io vi do consiglio che voi facciate come io vi dirò: che i padri e le madri e i parenti2 vi vadano ogni dì, e che si partino fra loro. Qual vi vada la mattina per tempo, e stievi insino a terza; chi vi vada fra dì; qual vi vada la sera, e chi la notte; parte di notte e parte di dì; e partansi in quattro parti, e vadanvi per modo, che sempre e’ sieno ben guardati. Io so’ già stato in paesi, che eglino hanno ordinato che non si vada a’ monasteri per nissun modo; e sai che si faceva perchè la persona non fosse giónta dalla Signorìa? Subito com’egli giógneva