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— Ode, figliuola, e vede, e inteude e inchina le tue orechie a quello ch’ io ti dico. — Ode quello che tu debbi udire, e vede quello che tu debbi vedere. Pone mente a quello che è la tua salute: guardati da tali T., quando elle t’ entrano in casa, che sempre si ingegnano di favellare quando non v’’^è la madre- e la fanciulla che non è sporta di questo mondo, non le co- gnosce, che è pura e senza malizia. Vuoi tu che io te r insegni a cognoscerc? Gruarda quando ninna ti viene in casa, e pone mente a questo ch’ io li dico. Comune- mente elle sogliono andare quando non v’è la madre: questa è la loro usanza, e sogliono portare in braccio uno paneruccio ’, nel quale sempre portano cotale am- poliuzze da lisciare, e sogliono tenere questo modo. Co- me ella giógne, si porrà ^ a sedere con teco, e dimandati come sta la tua madre, e dove è ella. Poi cominciarà a mirarti in viso, e porràti mente a tutta la persona. E sogliono dire: — oh come stai tu! Tu non t’ assetti, tu non t’aconci; tu pari pure una bestia, e non mi pare che tu ti curi come tu ti stia! Va’in buon’ ora, va’: fai che tu stia assettata, che tu paia quella che tu se’. Tu se’ la più bella figliuola di questa terra, e tu stai a la guasta ^ come una pecora. — E la fanciulla che non sa più là, risponde il meglio ch’ella sa. Ella si riza e diceli: — io ti voglio acconciare di mia mano; — e aiuta- la e insegnale com’ ella si lisci; e in ciò che ella fa, e ella la loda. — Oh,tuse’bella!Tumipariame lapiù bella figliuola ch’ io vedesse mai! — E falla saltare

  • Negli altri Codd., paneruzzo.

2 II Cod. Sen. 6, si pone. 3 II Cod. Pai., a la c/uaza, che forse è lezione migliore. Ad ogni mo- do intendasi, tu stai disadorna, negletta ec.