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predica trigesima | 437 |
tinate. Non ti fare mai nè di dì nè di notte a le finestre; non stare a udire i fanciulli quando salgono in sul tetto e gittano i sassuoli per favellarti: non vi ti far mai. — E sempre avevano che dire queste due suoro Salvalica e Domestica. Hâmi inteso? Anco m’intendarai meglio più giù.
La siconda damigella di Maria si era madonna Audienzia, la quale, come Clausura aveva veduto questo Angiolo, così disse; e ella andò subito per sapere quello ch’egli voleva, e l’Angiolo le ’l disse, e subito Maria il seppe. E che così fusse, vedi che ’l Vangiolista disse: "Quae cum audisset: — Come ella l’udì. — Sai che ti dimostra? Dimostrati che tu debbi stare a udir le cose buone, sante et utili. A queste tali cose debbi tenere l’urechie uperte: non così quando tu odi o canti o suoni de’ giovani che ti vogliono far male capitare. Quando tu gli senti, sai che fa’? Fuge, non gli stare a udire, però che se tu vi starai, tu starai a gran pericolo, chè l’animo [de la fanciulla] vagilla, non istà saldo, e poi si viene....., eccetera. Tre persone so’ quelle che tu debbi stare a udire, o vergine che non hai marito: prima Iddio, poi el padre e poi la madre. Cominciamo a Dio. Quando tu dici l’avemaria pura pura, con chi credi tu favellarti? Tu ti favelli co la Vergine Maria. E così quando tu dici el paternoster, tu ti favelli con misser Dominedio. Inde Davit disse per coloro che orano a Dio: Audiam quid loquatur in me Dominus Deus:1 — Tu dirai, e io udirò quello che favellarà in me il mio Signore Iddio. — Sappi che come tu saluti la Vergine MaTia, subito ella saluta te. Non pensare ch’ella sia di queste rusticaccie come assai se ne truovano: anco è tutta pia-
- ↑ Salmo Ixxxiiij, vers. 9.