Chè è di tanta perfezione questo nome, che colui che ’l ricorda, si converrebbe che fusse in tanta purità, che in lui non fusse alcuna macola di pecato, per la perfezione che suona in esso nome. E chi il ricorda, si converrebbe che ’l ricordasse con tanta riverenzia, che elli venissa a sentire quella dolcezza che elli ha in se; che se uno il ricordasse considerando in esso, elli si trasmutarebbe in contemplazione; e non pensare a questo ch’io ti dirò. Se tu dicessi che ’l Vangiolista non ha posto questo nome Iesu nel Vangelo, nel luogo della salutazione; egli è posto poco poco più giù. l’Angiolo quando elli l’annunziò, disse pure, che ella partorirebbe uno figliuolo, e così funota. Del nome suo, egli è in più luoghi della Scrittura, che e’ fu detto che se li ponesse nome Iesus. Ma se tu porrai mente al composto della avemaria, l’avemaria fu composta di tre parti: prima dall’Angiolo; siconda, da la santa Chiesa, e terza da santa Elisabetta. E però fidati, e non andare fantasticando: crede nel modo che ella è stata composta. — O chi dicesse nell’avemaria Iesus Christus, sarebbe male? — Rispondoti di sì; nol fare mai, però che tu non conosci più che abbi conosciuto l’Angiolo, o che la Chiesa, o che santa Elisabetta. E se tu pure il volesse dire a tuo modo, non è altro questo se non voler detrare a chi l’ha composto. Credi che fusse bene chi dicesse ne la messa, quando si comincia il vangelo: dixit Iesus Christus discipulis suis? Pecato mortalissimo: non lo dire mai; e tu se tu l’udisse mai dire a niuno, non stare a udire quella messa. Simile non stare mai a udire quella predica di colui che nella salutazione di Maria dirà: Iesus Christus; però che ’l
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- ↑ Epistola prima ad Corinthios, cap. sesto, vers. 20.
- ↑ E’ sottinteso, ti dico questo.