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predica decimasettima | 33 |
teso? Corbo con corbo non si cava mai occhio. A proposito: quando sarà uno gattivo lupo o volpe che farà una cosa, cuopre, cuopre che non si vegga, sai, come la gatta. Ma se è la pecoruccia o la capra,1 cioè la vedova, o il pupillo o un póvaretto che dica o faccia una piccola cosa; amazza, amazza, e’ si vorrebbe fare. E così è rubbato per modo, che non gli rimane nulla. Lupo e lupo non si mangiano insieme, ma mangiano l’altrui carni. E però vi dico: o tu che reggi, non bastonare l’asino e la pecora per una piccola cosa, e non commendare il lupo e la volpe per lo fallo grande. Che debbi fare? Témpara il liuto2 con discrezione, discernendo difetto da difetto.
Terza condizione di chi vuole ben règgiare, vuol èssare misericordia, cioè temparare la giustizia colla misericordia. E però dice: similis virgae; simile l’uno coll’altro; che se si fa giustizia senza condimento, non va bene. Due cose so’ nella giustizia; padre è l’una, madre è l’altra; e conviene che a voler bene oparare la drittura, vi sia giustizia e misericordia. Inde hai quel detto di Pavolo, quando scrisse a quelli di Corintio, essendo cascati in peccato, e ammonendoli disse, come loro padre: Veniam ad vos non in virga ferrea:3 — Io ritornerò a voi, se io potrò, e non verrò col bastone, ma con amore. — Doh! diciamo di me che so’ ritornato a voi, e hovvi trovato tanto mal disposti a rispetto ch’io vi lassai. Oh, s’io fosse venuto come un diavolo scatenato e gridatovi, volutovi mostrare ruvidezza, non ârei fatto con buon modo a volervi far tornare a via di Dio! Non ci so’ venuto in