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392 predica vigesimanona


— Perchè l’altissimo Iddio santificò il suo tabernacolo. — E tabernacolo di Iesu fu Maria, e Iddio il santificò, e stette sempre netto e puro senza alcuna macola. Anco potremo dire che ella fusse stata preservata in grazia; come di lei fu detto nella Cantica al iiij cap., parole dello sposo alla sposa: Tota pulchra es amica mea et macula non est in te: — Tutta se’ bella e candida e pura, sposa mia, e niuna macola non è in te. — E perchè ella fu netta da due macole, cioè, dal peccato mortale e dal veniale; però fu più pura che nissuna altra criatura criata. Elli si dice che colui che è giusto, peca1 venialmente, e lei non pecò mai nè venialmente nè mortalmente. Sola lei fu senza macola di pecato: non se ne può contare di più. Inde disse Giovanni: Si dixerimus quod peccatum non fecimus, ipsi nos seducimus:2 — Se noi diciamo che noi non aviamo pecato, noi sì diamo a divedere lucciole per lanterne, e inganniamci noi medesimi. — E però non sia niuno che dica, che elli non sia peccatore; che vedi che essendo giusto, tu non puoi fare che non pechi. Ècci niuno che abbi quello liro3 dell’anima semplice, che nella fine dice che non [si] può pecare per niuno modo nè venialmente nè mortalmente? Sai che ti dico? Non gli crédare, chè egli non è vero. Non vedi tu che egli dà contra al detto apostolico? Chè l’Apostolo dice che non si può fare che non si pechi, e questo liro dice che non si può pecare. Adunque, si díe tenere come erronio; e do per consiglio a colui che l’ha,

  1. In luogo di pecca; e questa consonante scempia rende meglio la pronunzia del popolo sanese.
  2. Epist. di S. Giovanni, cap. primo, vers. 8, e così dice: Si dixerimus quoniam peccatum non habemus, ipsi nos seducimus.
  3. Per libro. In altre scritture sanesi, livro. Che libro sia questo, veramente non sappiamo indicare.