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qiieìlo che tu odi: quello è peccate». Colui (die ha il di- letto spirituale, pensa quello che si dee fare nella gloria dinanzi a Dio: tanti soavi canti e suoni, e con quello si diletta in Dio. Chi è involto nella sensualità, non pensa se non in quelli chi(jhirì chichirì che ode. Suso a Dio, su, in nome di Dio! Non avere lo intelletto tuo tanto basso; chè non fu ordinato quello dalla santa Chiesa, se non per più gloria di Dio. E se tu hai avuto per lo pas- sato quella vanità, va’ e confessatene e noi fare più. Odi che diceva Agostino, che quando elli udiva quelli canti e quelli suoni fatti a gloria di Dio, pure ne pigliava un poco di diletto: poi se ne confessava. E pure è da crédare che egli si levava in Dio più di te. Pensa che debbi far tu, che non vi vai per altro! E però ogni volta che tu vai a la predica e vai per udire la voce che ti diletta per lo suo bel dire, non traendone altra sostanzia, dico che tu fai pecato; però che quello bene tu il preponi male. Tu ti debbi realegrare in Dio, come tu hai in Favolo ad Epheseos, V cap. Gaudete in Domino semper: iterum dico gaudete: — Godete in Dio sempre mai: anco vi dico che voi godiate; — cioè, vuol dire: goda l’aai- ma in Dio. E anco goda el corpo, e in questo modo reallegrandoci noi a gloria di Dio. sempre potiamo me- ritare; e pìaciarà a Dio a questo modo. La nona regola. Ogni volta che tu pigli una opera, e di quella opera tu pigli pure diletto spirituale, o vuoi per grazia di Dio, o per virtù della tua meditazione,* volta a dietro un’altra volta: io dico, ogni volta che tu hai pure diletto spirituale o in orazione o in predica- 1 Negli altri Codd., rallegrare. La citazione è sbagliata, appartenendo questo passo al cap. quarto, vers. 4 della Epistola ad Philippensea.