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predica decimasettima 31


basilico; e molte volte feci danno di cotali cavoli, et anco di cotali arboscellini giovanelli; e tollevo le cime che erano più tènare. E come io feci questo danno a costei, così anco ho fatto in molti orti; e talvolta feci danno per modo, che io non vi lassavo nulla di verde. — Dice il lione: — doh! io mi so’ abbattuto già a due coscenzie molto variate: l’una l’ha tanto sottile, che è troppo; e l’altro l’ha troppo grossa, come fa el ladro dell’asino. Tu ti fai una grande coscienzia di mangiare queste tali erbacce? Eh! va’ in buon ora; va’, non te ne fare coscienzia; doh! vattene alla pura, come vo’ io.1 Non bisogna dire di questo peccato: egli è usanza delle capre di fare a questo modo. Tu hai una grande scusa, imperò che tu se’ inchinata a far questo. Va’, va’, ch’io t’assolvo, e non vi pensar più. — Dietro alla capra andò poi la volpe, e posesi in ginocchioni dinanzi al lione. Dice il lione: — or dì i tuoi peccati; che hai tu fatto? — La volpe disse: — missere, io dico mia colpa, ch’io ho amazzate di molte galline e mangiatole, e talvolta so’ entrata al pollaio ove albergano; e perchè io ho veduto di non poterle agiógnare, ho fatto vista che la mia coda sia un bastone, e che io el voglia arrandellare; e perchè elleno hanno creduto che sia bastone, subito spaventate so’ volate a terra, e allora io so’ corsa fra loro, e quante ne ho potuta giógnare, tante n’ho amazzate; e mangiavo2 quelle che io potevo, e l’avanzo lassavo stare morte, benchè talvolta io me ne portavo una o più. — Dice il lione: — o, tu hai quanta coscienzia! Vai in buon’ora, va’: egli è naturale a te tutto questo che tu fai; io non te ne do già niuna

  1. Il Cod. Sen. 6 e il Cod. Pal., come fo io.
  2. Il Cod. Sen. 6, mangiatone.