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troppo grande pericolo. Ma io ho sentito che ’l Santo « Padre ha riparato, che non vuole che si vada sotto pena di scomunicazione. Non v’ andare, chè chi ti consiglia,! vede che v’ è più il pericolo, che non v’ è il merito. 1 ’ Così se tu vuoi durare fatiga con pena, fa’che tu ti con- ’ sigli con chi è sperto; e quando tu vai a domandarne | consiglio, non andare a molti; però che ti faranno vagil- lare. Chi dirà una cosa e chi un’ altra. Non andare a ’ uno mercatante per consiglio, quando tu hai volontà di farti frate: così non andare a uno frate per consiglio, i se tu vuoi essere mercatante, però che sicondo i consigli i si vogliono le persone; che se tu andarai per consiglio j d’una cosa spirituale a uno mercatante, tu arai fatto! uno zero. Va’, e atacati a uno uòmo sperto di santa vita, che abbi scienzia e coscienzia: se elli àrà queste due cose, va’ arditamente, e seguita il suo consiglio. Ode t Favolo che fu di quelli buoni e dritti: legge nella prima pistola ad Corinthios allo ottavo cap: Si scandalizavero fratrem meum^ non manducabo carnem in aeternum: ‘ — Se i io darò scandalo al mio fratello, non mangiarò carne in eterno. — S’io lo scandalizarò del mangiare delia carne, io non mangiarò. S’ io lo scandalizarò a non volerne mangiare, e io ne mangiarò. Doh. io ti voglio insegnare; quando una cosa ti viene in volontà di volere fare, e tu vai a uno per consiglio, vuoisi vedere se tal volontà è tirata o dal vitello o dal lione, o per disperazione o per paura, o se sè’ consigliato a farlo o non farlo; o vero posta da canto, vuoi cognoscere se chi t’ ha in- segnato, V ha insegnato bene. A volerlo vedere fa’come

  • La Vulgata, al vers. 18 del detto cap. così dice: Qtiapropfer, si esca

scandolizat fratrem meiim^ non manducaho carnem in aeternum^ ne fratrem menm scandalizeni.