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354 | predica vigesimasettima |
che tu puoi pensare che noi potresti fare; che se tu pure il volesse fare, tu te ne moresti. Pensa che se il contadino ponesse la soma all’asino, maggiore che elli non la potrebbe portare, elli lo scorticarebbe: ella se li vuol pónare1, e pónarglili nel luogo dove esso ha la forza. Se egli la ponesse in sul collo, egli lo scorticarebbe; e così se gli ponesse in su la coda: ponendolili in mezzo, la potrà portare. Simile, non vedi tu quanto sarebbe grande pericolo a cavalcare uno pollero brado senza la briglia e senza la sella? Chi salisse in su uno polliero sfrenato, senza sella, è pericolo2 di pericolare te e lui a uno tratto. Inde disse santo Iacomo nella sua pistola al terzo cap.: Potest etiam freno circumducere totum corpus. Si autem equis frena in ora mittimus ad consentiendum nobis, et omne corpus illorum circumferimus. El fervore è uno cavallo da non potersi vincere3. E però dico che la religione è ottima via a volere vénciare questo cavallo; e però fu ordinata per méttare il freno a questi fervori; e quando hanno così il freno, si possono fare saltare, trottare, andare di passo piano e ratto, come bisogna. E questo sia per la siconda regola. A l’altra.
La terza regola che ti convien seguitare si è che mai tu non ponga allo spirito più croce, che elli si possa portare. Sai perchè? Non omnes capiunt: — Non lo intende ognuno, no. — Vuoi che ti dica la ragione? Perchè tanta tanta penitenzia in uno tratto è pretensione. Sai