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predica vigesimasettima 353


noi faremo senza nettarla, e dipoi poi e noi faremo senza cògliarla. E col nome di Iesu benedetto cominciai con uno bocone di cicerbita, e messamela in boca cominciai a masticarla. Mastica, mastica, ella non poteva andare giù. Non potendola gollare1, io dissi: oltre, cominciamo a bere uno sorso d’aqua. Mieffe! l’aqua se n’andava giù; e la cicerbita rimaneva in boca. In tutto, io bebbi parechi sorsi d’aqua con uno bocone di cicerbita, e non la potei gollare. Sai che ti voglio dire? Con uno bocone di cicerbita io levai via ogni tentazione; chè certamente io cognosco che quella era tentazione. Questa che è seguitata poi, è stata elezione, non tentazione. Oh, quanto si vuole bilanciare, prima che altri seguiti quelle volontà che talvolta riescono molto gattive, e paiono cotanto buone!2 Inde disse Bernardo: Non semper credendum est bonae voluntati: — Non si vuole credere ogni volta a la buona volontà, no. — O e’ santi antichi, come al tempo de’ santi padri, come facevano ellino? Pure vivevano d’erbe. — Io ti rispondo: Distingue tempora; et concordabis scripturas: — Distingue i tempi. — Sai che cosa facero i Santi, che tu non le poresti3 far tu? — O santo Francesco come fece, che digiunò quaranta dì, che non mangiò mai? — Potello far lui, nol potrei far io. E dicoti ch’io nol vo’ far già, io; e non vorrei che Iddio me ne desse la voglia. Così ti dico di santo Pietro: non sai tu che elli andò su per l’aqua, come si va in su per la terra? Non mi ci mettarei già io! Adunque, non voler fare quello

  1. In signif. di ingoiare, inghiottire, non registrasi dai vocabolaristi (Z).
  2. Il predetto Racc. ha qui il suo termine.
  3. Negli altri Codd., non la potresti; ma qui tuttavia c’è sempre difetto di lezione.