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gni? Se tu hai una infamia fa’che tu la porti volon- taria e con pazienzia. Hai una tentazione? Fa’ che tu la vinca, e siane contento d’ averla per vinciarla: por- tala volontieri per l’amor di Dio. Fa’ che ogni aversità che tu hai, tu le comporti pazientemente per l’amore del tuo creatore, che patì tanto per te; e ogni volta che tu le comportarai con pazienzia, sempre meritarai. Or piglia ora la siconda, che ti parrà migliore delia prima,, e sarà il sale della prima. Tu hai veduto e compreso che non si può piacere a Dio senza fatiga. Fa’ come io ti dirò: non entrare in anfania; témpara il liuto Ogni volta che tu tòlli a por- tare una fatiga al corpo in qualunque modo si sia, fa’che tu non gli facci portare più fatiga che elli possa por- tare. Che se tu gli dai più fatiga che elli non può, ella non è volontà di Dio, però che elli non vuole da noi più che noi potiamo. Queste regole de’ religiosi, come dice santo Angustino, il quale ordinò la sua regola con perfettissimo ordine, vuole che ella sia osservata per co- loro che possono osservarla 3. Non dire che ella non si possa ossei*v^are, chè tu non diresti il vero: ella si può osser- vare, ma non per ognuno. Dice la regola di santo Agostino, che tu digiuni quello che tu puoi., e quanto tempo tu puoi; e quando tu non puoi più, tu non vi se’più obligato a quello. Così dico della regola di santo Francesco; chè so’di quelli che dicono: — ella è tanto aspra, che non si può os- servare: non pensi tu el non portare camicia, el non 1 Cioè, una cattiva fama. 2 Pare da intendere, non ti a^’-girare in soverchie parole, vieni a una conclusione. 3 11 periodo è irregolare ugualmente in tutti i Codici; e vuol forse signi- ficare, che le regole dei religiosi, come saut’Agostino dice della regola pro- pria, debbono osservarsi da coloro che osservarle possono.