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nisse uno pensiero di cascare e gittartene giù, e così comin- ciassi a rnéttarlo in effetto, che tu ti gittasse: e come fusse gittatoti e tu gridasse e pentissiti del male che tu fai, di- cendo: — soccorritemi, soccorritemi, chè mi pento del male ch’io fo; — dico che questo pentire non ti vale: elìi ti converrà cadere e crepare in terra, e hai perduto tutto il tempo che tu hai durata fatiga. Io ti dico che biso- gna che tu duri fatiga a volere intrare in gloria; che tu resista a le tentazioni, che tu operi le virtù. Oh, noi aviamo di Cristo: (Favolo) ‘ Oportuit pati Christum^ et ita intrare in gloriam suam: — Elli bisognò che Cristo patisse pena in questo mondo, se elli volse salire nella sua gloria: — e non potè intrare nella gloria sua, se elli non patì pena, e era sua la gloria, Oimè, che doviamo dire noi, chè elli era giusto, innocente e puro, e noi siamo iniqui e pecatori quasi ostinati, e crediamvi en- trare? Non andarà così, ti prometto: ella andarà altro- menti, se ci vorremo salvare. Dice Iddio a coloro che vogliono andare a vita 2 nella sua gloria: Filii^ intrate per angustam portami 5 —Entrate per la porta stretta; — cioè, vuol dimostrare che grandissima fatiga si vuole durare ehi vuole salire a tanta beatitudine. E inde disse Angustino: ^ Angusta ria est quae nos ducit ad vifam: — Stretta e difficile è la via che mena l’uomo a vita eter- na. — Anco dico che ella è tanta ^ stretta, che non vi si può andare senza grandissima fatica. Vuoi te la inse- ’ Correggi, Vangelo di san Luca, cap. xxiiij, vers. 26. 4 Gli altri Codd., a vita eterna. 3 Vangelo di san Matteo, càp. vij, vers. 13. 4 Non sant’Agostino, ma lo stesso Evangelista san Matteo, al detto cap., vers. 14, dice: Qìiam angusta porta, et arcta via est, qtiae ducit £id vitam. s Così nel Testo, giusta il linguaggio popolare.