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mo prima la vostra. — Diceelfrate: —ale mani’: viene stasera e cominciaremo, e pruova (’tto dì. — Co- lui rimane contento. La sera giógne all’Ordine ^, e gli dettero cena. Elli cenò di quello che loro gli dettero. Poi fu menato a dormire vestito in sul sacone de la pa- glin, come loro, sul quale non v’ era se non una schia- vina, e forse che era pieno di pulci. La notte a mezza notte eliino vanno a bussare a la càmara di costui al- l’ora che agli altri frati: — su su a mattino, o compa- gno, su. — Costui si leva e vassene in chiesa cogli altri. El guardiano li die’ uno paio di paternostri, dicendoli: — tu non sai l’ufficio: sta’qui e dirai de’paternostri tanto, quanto noi peniamo a dire mattino,• e quando noi sie- diamo noi, e tu siede; e quando noi stiamo ritti, e tu sta’ritto. — E così insegnatoli, e eliino incominciano a dire il mattino: Domine^ labia mea aperies. Costui non era uso a stare desto: elli incomincia a chinarsi dal lato d’innanzi. Dice el frate: — sta’su, fratello, sta’su; non dor- mire. — Elli si desta isbalordito e ritorna a dire e’ paternostri. Sta un poco, e elli piega all’adietro: e’pa- taruostri li caggiono di mano. Dice el frate: — sta’ su di buon’ ora: dì de’patarnostri: vedi che ti so’caduti in terra! Cogliali. — In somma, elli non fu fornito di dire mattino, essendo costui destato molte volte, che elli dis- se: — oh, fate voi così ogni notte? -- Egli rispuo- se: — questo continuamente ci convien fare ogni not- 1 Intorno a questa locuzione, altre volte trovata (cf. Voi. 1, pag. 28S, a. 4) così scrive il Zambrini; „ A le mani tien luogo d’ avverbio, e sigui- iica, orsù^ alla buon’ora, incominciamo: ha, più sopra Ja parola oltre. ». 2 Intendasi, al convento. 3 II Cod. Pai., tutto isbalordi to.