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XXVII.

Come si de’ domandare a Dio che c’insegni a fare
la sua volontà.

Doce me facere voluntalem tuam, quia Deus meus es tu (Psalm. cxlij). Le parole prealegate, dilettissimi, so’ di David profeta a cxlij psalmì, parlando inverso Idio per modo d’orazione e supplicazione, dicendoli: — O Signore, insegnami a fare la tua volontà,cperò che tu se’ ’l mio Dio. — Elli ci è di quelli che si possono lagnare di me, dicendo: costui non parla se non di bossoli e di parti, e a noi non toca nulla. E io vi rispondo, che mi convien fare ogni cosa. pure a vostro utile. Sai come dice Paulo? Omnibus omnia factus sum, ut omnes facerem salvos.1

Adunque, stamane diremo cosa che toca2 all’universo popolo.

Adunque, noi faremo3 stamane tre contemplazioni e considerazioni; dove noi potremo cognoscere la volontà di Dio d’ogni pensiero che viene nella nostra mente.

Prima, vedremo la loro distinzione.

Sicondo, la loro cognizione.

Terzo, la loro discrezione.

E qui fondaremo il dire della nostra predica d’oggi

  1. Epistola prima ad Corinthios, cap. nono, vers. 22. Il passo è bensì nei Codd. scorrettissimo.
  2. Il Cod. Pal. tocherà.
  3. Gli altri Codd.: E in questo dire faremo ec.