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predica decimasettima 25


buona operazione, con una perfezione, non con ignoranza. Imperocchè, avendo tu fatto quello che a te è richiesto di fare, allora e Idio fa a lui quello che non potresti far mai tu; cioè, che ogni cosa per la virtù sua si può méttare a perfetto fine, a la intenzione di Pavolo, dove dice: Omnia possum in eo qui me confortat:1 — Ogni cosa posso fare per la virtù di colui che mi conforta. — E anco dichiarando meglio le buone òpare che si fanno per lo nostro dire, o per lo nostro operare, come da noi non vengono ma pure da Dio: Non enim vos estis qui loquimini, sed spiritus Patris vestri qui loquitur in vobis.2 E questo è detto più3 per noi predicatori, che per altre persone, quando noi predichiamo il Vangelio con verità. — Voi non séte voi che favellate, ma è lo spirito di Dio che favella in voi. — Simile si può dire a colui che legge le cose di Dio, che so’ scritte nella santa Scrittura; imperò che da Dio viene la buona volontà principalmente e la facilità e la potenzia. Adunque, o tu che reggi, se tu ti trovi4 canna vuota, e Idio t’empie di grazia. Ècci niuno che si cognosca aver grazia da Dio? Or siene cognoscente, e tieni che da lui viene e non da te. Inde disse Isaia al xxxv cap.: In cubilibus in quibus prius dracones habitabant, orietur viror calami et iunci: — Ne’ cubili dove abitano i draconi, v’è nata la verzura e il gionco.5 — Sai, che so’ i cubili de’ dragoni? So’ le menti le quali tirano sempre al bene proprio.6 Questi tali uomini hanno gli scorzoni in corpo d’invidia del bene altrui; e questo viene solo per la sua malizia propria.

  1. Epist. ad Philippenses, cap., iv v. 13.
  2. Vangelo di san Matteo, cap. x, v. 20.
  3. Ma gli altri Codd., pure.
  4. Gli altri Codd., trovarai.
  5. Gli altri Codd., v’è nata la verzura e la canna e ’l gionco.
  6. Si legge negli altri Codd., le quali tirano scuperte al ben proprio.