buona operazione, con una perfezione, non con ignoranza. Imperocchè, avendo tu fatto quello che a te è richiesto di fare, allora e Idio fa a lui quello che non potresti far mai tu; cioè, che ogni cosa per la virtù sua si può méttare a perfetto fine, a la intenzione di Pavolo, dove dice: Omnia possum in eo qui me confortat:1 — Ogni cosa posso fare per la virtù di colui che mi conforta. — E anco dichiarando meglio le buone òpare che si fanno per lo nostro dire, o per lo nostro operare, come da noi non vengono ma pure da Dio: Non enim vos estis qui loquimini, sed spiritus Patris vestri qui loquitur in vobis.2 E questo è detto più3 per noi predicatori, che per altre persone, quando noi predichiamo il Vangelio con verità. — Voi non séte voi che favellate, ma è lo spirito di Dio che favella in voi. — Simile si può dire a colui che legge le cose di Dio, che so’ scritte nella santa Scrittura; imperò che da Dio viene la buona volontà principalmente e la facilità e la potenzia. Adunque, o tu che reggi, se tu ti trovi4 canna vuota, e Idio t’empie di grazia. Ècci niuno che si cognosca aver grazia da Dio? Or siene cognoscente, e tieni che da lui viene e non da te. Inde disse Isaia al xxxv cap.: In cubilibus in quibus prius dracones habitabant, orietur viror calami et iunci: — Ne’ cubili dove abitano i draconi, v’è nata la verzura e il gionco.5 — Sai, che so’ i cubili de’ dragoni? So’ le menti le quali tirano sempre al bene proprio.6 Questi tali uomini hanno gli scorzoni in corpo d’invidia del bene altrui; e questo viene solo per la sua malizia propria.
- ↑ Epist. ad Philippenses, cap., iv v. 13.
- ↑ Vangelo di san Matteo, cap. x, v. 20.
- ↑ Ma gli altri Codd., pure.
- ↑ Gli altri Codd., trovarai.
- ↑ Gli altri Codd., v’è nata la verzura e la canna e ’l gionco.
- ↑ Si legge negli altri Codd., le quali tirano scuperte al ben proprio.