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abiti nella sua gloria tutti i dì della mia vita, e che io vega la volontà del Signore, e visiti il suo tempio. — Tu vedi in questa orazione che tu debbi dimandare di vivare co la grazia sua, dicendoli:— Signor mio, dammi grazia che io t’ ami e che io osservi i tuoi comanda- menti: dammi, Signor mio, la buona volontà, e che ella mi duri tutto il tempo de la vita mia, acciò che io venga nel tuo tempio. — Non basta adomandarla una volta, no; ma quando l’hai adomandata, ridomandala, e anco poi ia ridomanda. Hanc requiram^ dice David: — io doman- darò questa grazia, e anco la ridomandarò. — E sai poi dove riuscirà questa grazia? Riuscirà poi in gloria, di- cendo: — ch’ io possega te Iddio, che mai tu non ti parta da me, nè io da te: — Eif inhahitem in domo domini] laddove potrai dire poi: Ecce quojm honum et quoim iucundum habi- tare fralres in imim: — Oh quanto è buono, Signor mio, oh quanto è dilettevole che io abiti con teco e con tutti questi miei fratelli in uno volere tutti quanti! — E hai quid. Vediamo la terza e ultima parola, unde, donde die venire questa grazia, la quale noi adomandiamo a Dio, e donde die nascere: unde. Prima, dallo intelletto. Siconda, dallo effetto. Terzo, dalla voce. Prima da lo intelletto. Vediamo che cosa è orazione. Diffinizione di molti dottori: dicono: Oratio est levatio mentis in Deum productione vocis: — l’orazione è uno levamento di intelletto colla mente in Dio, et effetto e produzione di voce. ^ — Vuole Iddio che 1 orazione sia 1 Gli altri Codd. danno qualche variante. Il Cod. Sen. 6 legge: L’ora- zione è uno levamento di intelletto et effetto e produzione di voce. Il Cod. Pai.: L’orazione è uno levamento di intelletto colla mente in Dio. di più, intelletto et effetto e produzione di voce.