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predica vigesimasesta | 311 |
pure il prego suo è atto a impetrare, però che elli è peccatore, non merita.
Sicondo è meritativa per li buoni. Se uno buono domanda una grazia, elli merita d’èssare udito, e così è, e ha la grazia che elli domanda; e se elli domanda una grazia per uno cattivo peccatore, il quale non merita di ricévare la grazia che ’l buono adomanda per lui, quella grazia il buono la riceve, chè l’utile torna a lui. E inde è detto1: Oratio mea in sinu meo convertetur: — La mia orazione, dice David, torna nel mio seno, — cioè a me medesimo.
Terzo è testificativa pe’ buoni e pe’ gattivi, come noi aviamo al nono cap. di santo Marco2: In nomine meo imponent manum super infirmos: — Nel nome mio porranno le mani sopra de li infermi, e saranno liberati per la virtù del nome mio. — E questo potranno fare e’ gattivi, e’ buoni, e così vedi che è testificativa. Se tu andrai a uno infermo e porràli la mano addosso, tu potrai avere la grazia da Dio, che sia liberato, domandandola per la virtù di Dio. Non dice il tema nostro: ciò che voi adomandate al mio Padre nel mio nome, voi ricévarete da lui? Adunque, ciascuno adimandi a Dio grazia per amore di Iesu, con tutto che tu sia peccatore. E perchè tutti aviamo bisogno de la grazia di Dio, a tutti è da domandare, e a voi uomini e a voi donne; e così dico che diciate a’ vostri figliuoli e a le vostre figliuole, che tutti diciate cinque paternoster e cinque avemarie, mentre che si pena a fare questo bossolo, acciò che misser Domene Dio ci metta unione e concordia fra tutti i cittadini, e che