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siconda a Cristo lesa in quanto uomo, el terzo a Maria madre di Cristo, come mezana fra Cristo e noi. Noi aviamo anco delii altri avvocati: chi n’ha uno, e chi n’ha un altro, e anco chi n’ ha più d’uno. Voi sa- pete che noi ^ n’ aviamo quatro; cioè i martori nostri del Duomo Tu hai veduto ad quem: a chi tu debbi avere l’oggetto tuo, a Dio e a Cristo e a Maria con tutta la corte celestiale. Avendo questi martori e avocati della città nostra, sempre li doviamo invocare. Io fo stamane uno viaggio e due servigii: io dico un poco più qui per non dire tanto nella sala del Consiglio, e però questo che vo’ dire ora, non è cosa da dirlo alla secreta. Adunque, è buono che chi il può sapere, sili sappia: or tenetelo a mente: ad quem. El sicondo modo della orazione si è quis. Chi è quello che die domandare grazia a Dio? Sai chi è? l’uomo giusto j e questo è quello che Iddio vuole udire. Ode David ^: Oculi Domini super iustos y et aures eius in preces eurum. — El Signore sempre ha gli ochi suoi sopra de’giusti, e quando essi parlano, e elli porge così le orechie e sta a udire. — Sì che tu puoi comprèndare che Iddio vede e ode il giusto. Sai come fa Iddio fra i giusti? Egli gli mira [ quasi dica ]: ^ — ècci niuna che domandi grazia niuna? — Sì,* * — e elli porge l’orechie, e dice: — che grazia vuoi? — Oh, io vorrei paradiso! < Vale a dire, noi Senesi.

  • I quattr’O Avvocati della città di Siena, le cui statue adornano in-

ternamente la Cupola del Duomo, sono s. Ansano, s. Crescenzio, s. Vitto- rio e s. Savino. 3 Salmo xxxiij, vers. 16. Al Testo nostro mancano queste parole, che hanno gli altri Codd. e* il senso richiede.