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300 | predica vigesimaquinta |
vuole fare venire a sè, e mostrali talvolta la saragia. Cosi dico che facci tu. Fa’ che con lusenghe e con preghiere e con minaccie tu gli porti tanto amore, che ellino siano ubbidienti e tementi a Dio e al mondo, e i così n’ârai cura, come la madre o ’l padre del suo figliuolo. Curam illorum habe.
Cogli insieme tutto il nostro dire di stamane. Diligite iustitiam qui judicatis terram. Noi aviamo vedute tre i parti d’uffizio che díe avere il rettore. Primo oggetto virtuoso, iustitiam; dove dissi che tre cose ci inducono1 alla giustizia: prima, natura; dove dissi l’uomo che sta j dritto, significa che díe sempre stare dritto a Dio, seguitando sempre la giustizia, al buono dando bene, e ’l gattivo punire. L’altro fu della Scrittura, che ti dice che tu punisca il gattivo, e che tu meriti il buono. El terzo fu della grazia, che mai tu non giudichi contra a coscienzia. Nella siconda parte: atto amoroso, diligite; dove ti dimostrai dodici nemici della giustizia: ambitiosus in dominio, di coloro che danno il torto dove è la ragione. Adulator in palatio, di coloro che vogliono udire colui che commette qualche male, e anco gli credono. L’altro: partialis in populo, di coloro che so’ parziali, i quali so’ sufficienti a guastare tutto il mondo. L’altro, accusator in talamo, di cotali che commettono sempre male. Sai, cotali. . . . . . Ebbe’, tu mi hai inteso. E hai quatro. L’altra, cupidus sacerdos in templo; di chi riceve benefizi o dà per denari. Oh quanto è grave peccato! Guardatevene. L’altro, falsus judex in consistoro. Quando uno signore è gattivo, la cosa va male. L’altra, detractor in secre-
- ↑ Il Cod. Sen. 6, ci riducono.