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predica vigesimaquinta 299


Quarto, che è l’ultimo veleno, si è tiepidezza. Ècci ninuo che sia disposto a volere far bene, e che sia disposto a seguitare i buoni costumi? — Sì. — Dagli l’uffizio, però che egli il merita. Vedi uno che non è atto a seguitare le virtudi; non gli li dare, però che ’l pericolo è grande: chè se gli verrà alle mani uno che sia stato incolpato a torto, elli il vorrà punire, non cercando la verità. Non farà così il buono e dritto. Vorrà vedere e tocare prima qualche congettura, che fare alcuna cosa,e così come trovarà, seguitarà. Non si temarà per paura, non si muovarà per amore, ma a drittura sempre. Ha fallato? —. Sì. — Or puniscelo. Sia caldo a favoreggiare il bene; sia frigido a punir il male; nell’amore di Dio non èssare mai tiepido, nè anco alla giustizia. Da’ favore al bene e none al male. Non ti ponere negli stremi fra l’uno e l’altro, però che tu saresti frigido! Dice Iddio: Utinam frigidus aut calidus esses! sed quia neque calidus neque frigidus es, incipiam te evomere1: — Volesse Iddio che tu fussi o freddo o caldo! Ma perchè tu non se’ nè freddo nè caldo, io ti cominciarò a vomicare e a mandarti fuore, però che tu se’ tiepido. — Oh quanto dispiace a Dio colui che è frigido! Adunque se’ tu in uffizio? Or abbi cura di colui che tu hai a governare. Curam illorum habe. Fa’ che tu pigli essemplo, come fa la donna al suo figliuolo. Ella el fascia e fascia; ella el netta, ella el lava quando n’ha bisogno; ella l’adormenta quando egli piagnie; ella il lusinga con cotali giocolini; ella il

  1. Il passo appartiene all’Apocalisse, cap. 3 vers. 15 e 16, e leggasi così: Scio opera tua quia neque frigidus, neque calidus: utinam frigidus, esses, aut culidus! — Sed quia tepidus esses, et nec frigidus nec calidus, incipiam te evomere ex ore meo.