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296 predica vigesimaquinta


lònga da te, chè se ta le lassi, elle andaranno male. O quanto tóca questo a coloro che hanno cura d’anime! Che sempre dovarebbero stare fra loro, amunendoli, pregandoli, minacciandoli in ogni modo che vedessero il bisogno. A l’altre.

Sicondo veleno si è la ignoranzia. Sicut unus: dice che sia sicome è uno. Non gli dare uffizio, se elli nol sa fare. Elli non è come uno: elli nol merita, elli è zero. Che rileva il zero, o albachista? Per se medesimo, nulla. El zero non può fare nulla senza compagnia. Se tu poni il zero con uno innanzi, egli fa 10; se vi poni un altro zero, fa 100. E però dice: sicut unus. Se tu hai l’uffizio e se’ zero, tu non farai mai nulla. Se pure tu hai l’uffizio, e se’ zero, piglia uno compagno, e allor hai qualche cosa. E però dice: sicut unus, — come uno uffiziale. — Se tu hai l’uffizio, tu tieni il titolo, se hai il compagno; allora sei sicut unus. Or piglia questo esemplo: questo pure imparano le donne. Avete voi mai veduto quando si seminano e’ poponi; meglio quando si semina il grano; o ora al tempo de’ fichi,1 che vi si pongono gli sparavicchi?2 Sai, colà in sul campo del grano, elli pigliano uno saco e empienlo di paglia, perchè non vi vadano le cornachie. E su questo saco si pone una zucca, che paia la testa d’uno uomo, e fasseli le braccia, e pongoli uno balestro in mano, teso che par3 che vogli balestrare a le cornachie. E le cornachie so’ maliziose, e’ vanno volando in qua e

  1. Predicava in settembre.
  2. Vaie a dire, spauracchi: gdi altri Codd. leggono: o ora al tempo dei fichi, che vi si pone uno saco pieno di paglia, perchè non vi vadano le cornachie.
  3. Gli altri Codd. e la stampa, che pare.