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294 | predica vigesimaquinta |
tempo d’uffizio in uffizio, e così si consuma l’una parte e l’altra; chè ogni uffiziale tranquilla in questo modo. Esce d’uffizio l’uno, entra l’altro; riceve il suo dritto; e così anco esce lui d’uffizio, e colui non è mai pagato. E in questo modo manca la giustizia. Questi tali uffiziali si so’ posti loro a quello uffizio: non posuerunt, non so’ stati posti da altri, chè eglino nol meritano. E tre,
El quarto veleno si è superbia. Però dice: Noli extolli: — Non t’alzare. — Hai uffizio? — Sì. — Oh non alzare tanto il capo, che tu el percuota! Se tu consideri colui che ha uffizio, elli ha un grande peso adosso. Non si vede questo per esemplo, che chi ha gran peso díe andare chinato? Non ci è egli de’ portatori? O portatori, quando voi avete la soma del grano addosso, voi sapete pure che voi andate così un poco chinati, e quanto è magiore il peso, più andate chinati. Non sapete voi come voi andate chinati colà per Santangiolo, quando si rimutano le genti delle case?1 Quando tu ârai adosso uno goffano lòngo e grave..... Che voglio io dire? Io dico che chi è rettore, elli ha uno grandissimo peso. Uno detto di Gregorio dice: Timor mentis obstaculum veritatis. Vuol dire che uno uffiziale quando è superbo, è uno ostacolo alla verità. Adunque, noli extolli: — Non ti levare in superbia. — E in altro luogo dice: Intrate per angustam portam: — Entrate perla porta picola e stretta, — Specialmente chi ha tanto peso, quanto è colui che tiene uno uffizio in mano de importanza, mai non vi intrarai col capo alto, a volervi intrare con tanto peso quanto
- ↑ Accenna alla consuetudine, oggi caduta d’uso, di mutar casa per san Michele Arcangiolo, cioè a’ 29 di settembre, che era pure il giorno destinato all’apertura della Università degli studi.