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sapeva la condizione dei lupo, subito se l’avisò e si andò, i e tolse questo porco. Stato un pezo, costoro stanno pure‘1 pure a vedere, e ecco il lupo e torna e non trova il i porco. Fate vostra ragione; che per la rabbia che elli i aveva, elli percosse tanto il capo in quello luogo, che ^ elli si morì. Ìì A proposito. Sai tu che fanno questi cotali avari quan- do sono eletti a uno uffìzio? Eliino dimandano: — quanti f denari ha recato il tale da quest’uffìzio? —Hanne recato il dugento fiorini. — Sì, eh? Io ne recarò bene trecento o | più. — E così va poi all’uffìzio con quella intenzione gattiva per méttarla in essecuzione. E sai come vi va?; Vavi colla bandiera a piccone: va a furia, a bandiera i spiegata. Oh quanto male si fa molte volte, per non con- siderare quello che si vorrebbe fare! Che sarà tale per ^ avere di questi nostri uffìzi, lassarà la bottiga sua, l’arte i sua; e per questo spesse volte vengono meno f arti i e’mestieri nella città *. Sicché questi tali lassano farti per andare a furare; guastano la città per non fare il mestiere loro, e vanno a robbare e furare il contado, e’ povari uomini. Questi tali uomini si possono assimigliare a le gatte. La gatta si pone a uno bucarello là dove debba uscire il sorcio, e staravi tutto il dì per giongnerlo, e come è per uscire fuore, e ella il ciuffa. Simile fa f avaro, che cerca f uffìzio; quando elli sente che uno uffizio si die trarre, elli s’ingegna d’andarvi per iscontrino e andarà a uno a uno de’suoi amici, dicendo: — o tale, egli si fa la tal cosa; io ti voglio pregare che tu m’aiti d’ uno lu- pino; e così andarà quasi pregando da amico in terzo 4 Gli altri Godei., ne la città. ^ Ed anche scontrino., che equivale a squittinio.