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282 | predica vigesimaquinta |
un altro dica male di te, e colui di colui. Oh, quanto mi pare che la cosa vada male, quando l’amore si parte da l’uno cittadino a l’altro! Oimè, non fate! Che se voi dite male di voi medesimi, pensate che dovaranno far gli altri! Così se voi fate male fra voi, che vi dovaranno fare gli altri? Amatevi insieme, dico, e farete bene: credete a me.
Quarta: fraudolentus mercator in foro, Oh, questo non sì usa già a Siena, sai! Quando i mercatanti fanno la loro mercanzia, o vendendola con mercato fraudolente; sai, di chi vende più a termine che a contanti1, l’altro fa col mal peso; l’altro proffera la cosa altromenti che ella non è; proffera la cosa buona, et ell’è gattiva; proffera la cosa schietta e fresca, et ella è maculata e vechia e stantìa. Per questo manca la giustizia, e non ve n’avedete. Et ha’ ne otto. A l’altre quatro.
La prima: lusor in publico. Egli so’ di quelli che mi dicono, che si giuoca in segreto, e dicono maggior peccato, e che si fa peggio che a giuocare pubblicamente. Io dico che questi cotali peccano gravissimamente: ma, ma, ma non sia veruno che mi dica, che io mi credo i che ’l peccato del gioco che si fa palese, sia cagione di molto male. Doh! io odo che voi avete fatto un grande onore a la natività di Cristo; e voglio vi dire uno bello vanto, che di quante città io so’ stato, io non ho udito che niuno sia tanto tornato a dietro, quanto ho udito di voi. La cagione perchè sia stato, io mi credo che sia solo per lo essere stato detratto di me, e di chi ha predicato contra a me. Nè anco non fui mai in terra niuna a predicare, dove io fussi più detratto che in questa terra in prediche. Oltre: io so’ ora venuto qua; chi vuol dir
- ↑ In questo passo la lezione è cosi scorretta in tutti Codd.