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predica vigesimaquinta |
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le. Colui che ha amore, mette e’ suoi inanzi. Colui che teme, sempre con paura fa1 quando vede uno de’ quali egli ha paura. Colui che spera, sempre s’ingegna di méttare alto quello, dal quale egli possa avere qualche utile; e però mette innanzi chi egli ama, e a dietro chi egli odia; inanzi colui da chi spera, e a dietro colui da chi teme. E sempre gli pare che la cosa sia a doppio di quello che non è; cioè, l’amore de’suoi gli fa parere il doppio di quello che non è; pargli l’uno due; cioè, che il suo vedere non è intiero, ma è di due pezzi. Vuoi ne mostri l’essemplo come è il suo vedere? Or piglia cosi l’uno de’ tuoi ochi e serralo mezzo, e l’altro il tiene2 aperto, e vedrai che ogni cosa ti parrà due. Non giudicare che siano due, chè tu non vedi bene: tu non hai bene aperti gli ochi. Che, perchè tu vegga colui a chi tu hai amore, o egli ti pare che elli facci tanto bene: elli non è dritto il tuo giudicio. Tu serri mezzo l’ochio, elli ti pare quello che non è. E anco forse va per altra via, che forse tu non vuoi vedere il suo difetto, quando elli falla. Così, quando tu hai il timore di coloro a’ quali tu non vuoi bene, elli ti paiano sì gattivi per l’odio che tu li porti, che elli ti paiono il doppio più che non è. Sai perchè è? Perchè tu serri l’ochio tuo: tu non gli vedi bene. Così di coloro da’ quali tu speri qualche utile ti pare ogni picolo bene grandissimo. Io ti dico: tu hai serrato mezzo l’ochio; elli ti pare quello che non è. Doh! Io voglio dire per modo che sarò inteso da queste donne. Donne, abbiate uno fusaiuolo non troppo grosso, o un patarnostro di questi grossi, e ponete il dito di mezzo in su quello, e poi
- ↑ Negli altri Codd., sta.
- ↑ Invece di, tieni.