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276 predica vigesimaquinta


ha queste condizioni, come debba stare la giustizia! Certo la giustizia è morta. Bisognarebbe fare in questo modo. O becamorti, o becamorti, quando voi udite che un ufficiale abi queste dodici malizie, potete arditamente bandire: — la giustizia è morta! Quelli che gli voglion bene, vi mandano pregando che voi andiate a casa sua, se vi piace. —

Prima, vediamo che cosa è ambitiosus in dominio. Sai che l’ambizioso è quello il quale s’ingegna a dare sempre il torto a chi ha la ragione; come s’è a vedove, a pupilli, a poveri uomini, che non se ne possono aiutare. Questi so’ quelli uomini iniqui, i quali strangolano la giustizia. Udisti mai dire: — guai a chi poco ci può? — Oimè! che tu n’ârai a rendere ragione al sommo giudice, che poi giudicarà te non a torto, no, ma a ragione. E sai perchè fanno così questi tali uomini? Fannolo pure per farsi grandi e alti alle spese di chi non può nulla. Doh! basti al primo; chè non mi ci voglio dilatare. Vegliamo agli altri più belli e più utili.

Sicondo, adulator in palatio. Sai chi so’ costoro? So’ quelli che non dicono la verità. E perchè questo è uno iniqua e pessimo peccato, sai di che ti consiglio, o cittadino che voi vivere bene? Quando vedi uno che non dice il vero, nol vogliate udire; però che se lo state a udire, egli dirà per modo, che per sotigliezza egli mettarà qualche scandalo per uno modo o per un altro. E uno che dica il vero, fate che voi lo stiate a udire, e che voi l’amiate, e che la ragione gli sia data. Ma guardatevi, e vogliate sapere ogni cosa, e vedere e toccare; però che si trovano pochi che vogliano dire il vero in sul volto. Ognuno pare che parli a piacimento.

Piglia uno essemplo d’uno signore, il quale era molto rico e aveva uno grandissimo stato. Aveva molte terre, gran-