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predica vigesimaquinta | 271 |
punizione, e a’ buoni premiazione; a’ giusti favore, e a rei terrore; a’ buoni pace, e a’ gattivi guerra. Impari stamane colui che vuole gli uffizi per li quali si giudicano gli uomini del mondo.
Adunque stamane noi faremo tre contemplazioni della giustizia. Primo: oggetto virtuoso, justitia. Secondo: atto amoroso, diligite. Terzo: offizio grazioso qui iudicatis terram. (E tu non udirai predica e stroppiarai te e gli altri, e vorresti ch’io affrettasse, per portartenelo cogli occhi: e io m’affrettarò per romperti il capo colle parole. Non so come tu farai poi de’ fatti, tu).1 — Or a casa. Al primo, virtuoso: Iustitia. Considerate quello che vuole questa giustizia. La giustizia vuole èssare così fatta, che ciascuno abbi il debito suo. Tre cose c’inducono a questa giustizia. Prima, c’induce la Natura; siconda, la Scrittura; terza, la Grazia. Questo ho trovato nella natura dell’uomo: che ha fatto che va dritto, significandogli che sempre abbi il rispetto a Dio. E per questo, Iddio l’ha fatto che vada dritto. Non come ha fatti gli altri animali, fece l’uomo a sua similitudine. Ode David profeta, quello che disse di Dio: Rectus Deus noster, et non est iniquitas in eo2: — Dritto è il nostro Iddio, e non è nissuna iniquità in lui. — Bernardo, sopra la Cantica, disse queste parole: — come è dritto Iddio, così fece dritto l’uomo — Vuoi cognósciare quello che va dritto? Impara questo volgare d’uno nostro amico: — va dritto e saldo e fatti beffe del mondo. — Non sai tu che colui che vuole camminare bene, egli va per la via dritta? Ben vai. Non vedi che andando per la via torta, come colui che si va sbollendo e ravollendo ora in qua ora in là, tu peni