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predica vigesimaterza | 229 |
e allacciati, e sieno presi per modo, che mai più si possine partire. Dice colui: — oh, io so’ sì forte, che io non sarò cacciato di casa mia! — Appunto, ode Geremia a xlvj cap.: Fortis impegit in fortem, et ambo pariter conciderunt: — El forte perquote il forte, e abattelo, et amenduni muoiono. — L’anima e’l corpo così vanno male l’uno e l’altro, come disse Cristo: Domus super domum cadet; cioè che cade l’una casa adesso all’altra; tutte e due vengono in esterminio. Sicut per concordiam parvae res crescunt, ita per discordiam diminuuntur1: — Così, come per la concordia crescono tutte le cose piccole, così per la discordia le grandi diventano piccole. — E bene il potete vedere questo, però che voi il toccate. Quanto è cresciuto il vostro2 da uno pezzo in qua, o cittadini? E quale n’è stata la cagione? Solo l’unione che voi avete avuta fra voi. E però potete comprèndare così èssare come io vi dico, che le terre piccole diventano grandi per le unioni, e le grandi città diventano piccole per le divisioni; chè dice Osea al iij cap.3: Divisum est cor eorum: — Egli è diviso il loro cuore. — Se il cuore è diviso, il suo fatto è spacciato; non capitarai mai bene. All’altra.
La siconda è questa, e ben cocciuta. Io ti prometto ch’io non direi in Lombardia queste parole per buona cosa. Quando io vo predicando di terra in terra, quand’io gióngo in un paese, io m’ingegno di parlare sempre sicondo i vocaboli loro; io avevo imparato e so parlare al loro modo molte cose. El mattone viene a dire, il fanciullo, e la mattona, la fanciulla, ec. ec. A casa. Io tornarò bene a proposito per non pagare cinque soldi,