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222 predica vigesimaterza


vostri, voi trovarete la pace anco fuore di voi. Oh, quanta beatitudine potrete aver poi! Potravisi dire: Beati pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur: — O beati pacifici, voi sête chiamati figliuoli Dio. — Sai che ti conviene fare, O tu che vuoi vivare bene? Egli si conviene che tu sappi conversare col superbo co’ buoni modi, co’ buoni parlari, e che tu gli dica tanto, che tu il facci ravedere del suo errore, e che tu l’ami. Tu vedi che noi non siamo tutti fatti a uno modo. Noi siamo bene uomini, ma non tutti a uno modo. Chi è picolo, chi è grande, chi è superbo, chi è altero e chi è umile. Io ti dico, tutti ci doviamo amare di perfetto amore; e questo ci è comandato: Hoc est praeceptum meum, ut diligatis invicem1: — Questo è il mio grande comandamento, che voi v’amiate insieme l’uno l’altro. — Doh! figliuoli miei, non voliate più seguitare queste parti nè queste insegne, che vedete a che elle ci conducano. Voi avete l’esemplo nel tempo passato, come le cose per molti so’ già ite male2. Doh! voliatevi istare in casa vostra in pace. Ponete mente, che tutti quelli che tengono queste parti, come vede quello della contraria parte, che a caso gli viene volto l’ochio, pensa: — no’, egli ha detto qualche male di me. — Simile, se egli vede fare uno atto con mano, o uno cenno con bocca, ogni cosa si reca che sia detta e fatta per lui; e per saperlo meglio, perch’egli non ha inteso, et egli andarà colà d’accanto a un altro che non pensa a nulla, e domandarà: — doh! udisti tu quello ch’el tale disse di me? — Colui, forse per compiacere, non già per malizia, dirà: — egli mi pareva che parlasse di voi, ma io non intesi quello che diceva. —

  1. Vangelo di san Giovanni cap. XV, vers. 11.
  2. Il Cod. Sen. 6, come le cose so’ per molti andate male.