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212 predica vigesimaterza


che Cristo fu crocifisso, o poi che egli mandò lo Spirito Santo, nè anco nel Testamento Vecchio non potero però; mai tanto fare i diavoli, che facessero che tutto il mondo seguitasse la volontà loro. In ogni parte del mondo sono stati qualche pochi o assai uomini, che hanno auto il timore di Dio. Ma a confusione d’Italia vo’ dire quello che io dirò: che non credo che in tutto l’avanzo del mondo s’adorino più idoli1, che in questa parte, dove so’ quasi tutti guelfi e ghibellini, che non ci si adora altro che idoli. Cerca fra i pagani. Che adorano i pagani? Adorano uno Idio. O gl’idoli che eglino adoravano, ove so’? So’ in queste insegne, che so’ per tutta Italia. Ov’è la sedia della fede nostra? È in Roma. E Roma è in Italia; sicchè ella è in mezzo di questi idoli; et in esse insegne sono adorati i diaboli. Non so’ più fra pagani, ma fra cristiani. E se so’ stati adorati i diavoli da questi parziali, e non n’hanno fatto penitenzia, dove credi che siano capitati? Et non egerunt poenitentiam ut adorarent simulacra2. Se muore e non si pente e non ne fa penitenzia, dannato muore: e chi è morto, morto è dannato.

La siconda conclusione si è, che chi ha questo peccato, stando in esso e non confessandosene e non facendosene coscenzia,3 tutti morendo vanno a casa del diavolo. Quantochè io non viddi mai4 che niuno se ne facesse conscenzia; nè che se ne confessasse mai. Niuno di questi parziali adora Idio veramente, ma tutti adorano il

  1. Il Cod. Sen. 6 ha sempre, idogli.
  2. Apocalisse, cap. nono, vers. 20, e si corregga così: neque poenitentiam egerunt de operibus manuum suarum, ut non adorarent daemonia et simulacra aurea ec.
  3. Più sanesemente il Cod. Sen. 6, cucenzia.
  4. Gli altri Codd., none udii mai.