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168 | predica vigesimaprima |
pazzarone. Terzo, dai malo esseinplo al prossimo, e fallo mormorare. Pârti questo matrimonio santo? Io non dico che questo sia santo matrimonio, ma madre di demonio. Doh! Io voglio che basti quanto al matrimonio santificato: in santificatione. Vediamo un poco poco dove Pavolo ti dice: et honore; e questo è il più bello che ci sia. Poco poco, in breve.
La terza parte è, come díe èssare il corpo onorato: et honore. Tre vituperi sònno del disordinato matrimonio:
Primo, in quanto a modi non debiti.
Sicondo, ch’è in quanto a tempi non consueti.
Terzo, in quanto ch’è a luoghi non convenienti.
Prima, in quanto a modi non debiti; che usate i vostri matrimonii non in onore, ma in vituperio, con modi da ribaldi e meretrici. Io mi credo che voi abiate uno borsotto di peccati, che mai voi non gli confessaste. E così dico a voi uomini, come a le donne; che se Dio mi benedica, io non so di chi meglio io mi dica.
Vediamo prima de’ modi. I modi so’ sfacciati, senza niuno freno. In tre modi: prima vedi tu l’ochio. Guarda me: vedi tu questo occhio? Non fu fatto per fare matrimonio. Che sa a impacciare l’ochio del matrimonio? Ogni volta che elli vorrà vedere le ribaldarie, è peccato mortale e gravissimo; imperò che tal cosa è lecita a tocare, che non è lecita a mirare. Chè per saziare li ochi disonesti, tu fai uno grandissimo peccato a volere mirare le cose illecite. Or mi dite: confessastevene mai? Or va’, e confessatene. Et honore, — in onore, — dice Pavolo. Oh, elli è mantenuto bene in onore da coloro che vorranno vedere innuda la donna tutta! Ou, vituperio grandissimo! Donna, non volere mai consentire: innanzi morire che lassarti vedere. Anco vi dico che eziandio de li scalzamenti voi vi guardiate, che non siate vedute pure i piei;