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PEEDICA VIGESIMAPRIMA 167 peccato che e^li fa, dicexido: — io il voglio fare, — e così spera io Dio? Questo è peccato in Spirito Santo. Tu hai veduto qui al sè medesimo. Vede il terzo che fa ora, al prossimo. Sècci? Eco quello ch’ io volevo dire, e mancami quello ch’io volevo, cioè coloro che hanno la famèglia in casa. 0 genti senza sentimento, o sfacciati che parlate colle donne vostre, presenti le vostre figliuole e i vostri figli, cose che si vorrebbe..., ben so io che fare! E so’ di quelli che dicono: — oh, ellino so’ puri! — E 10 ti dico che eliino so’ maliziosi, e fanno vista di non intèndare e di non cognosciare, et intendono molto bene 11 male che tu fai, e bali fatti gattìvi tu medesimo, e dici poi: — e’ so’ puri! — Non dir così, ma di’ più rat- to: — e’so’più rii — però ch’ellino intendono più ch’ egli non vegono. A modo che colei che aveva una figliuola, e menavaia a confessare, e disse al confes- sosore: — missere, questa mia figliuola è pura pu- ra: non la domandate di cosa...... voi mi inten- dete: pura. — Quando il prete viene domandando costei, e ella è gravida. Eco la buona purarella! E però abiate una poca di ritenitiva in voi col parlare e col tocare, presenti loro o persona, però che quella è opera di pazzi. Non vedi tu che questa è cosa da èssarne portato in boca da chi il vede, che fate come cagne e cani? Oh, porci! Oh, un poca di continenzia! Che talvolta insino dalla casa de’ vicini si vede che tu se’ pazo. Non credi tu che questo sia peccato mortale? Oh, tu hai tanto tempo! Noi cognosci tu? Non vedi tu che tu dai con- tra queste tre regole? Prima, centra a Dio, che tanto t’ involli in questi diletti, che tu lassi lui e diventi un pazzo. Sicondo, dai centra a te medesimo, e diventi un

  • Negli altri Godei., rei.