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di quello che te n’è cagione, e statti molto bene. Nol credi? Or fanne la pruova. Va’, e piglia de’ magliuoli de le viti del nostro vaiano, in Lombardia, a Ferrara. Tu sai come egli è sottile e gentile. Va’ poi, e piglia di quello vino che nasce dalla propria vite, e vedrai che tu il potresti recare in grembo insino a Siena, tanto è grosso. E pure è di questa propria vite! Meglio, va’ e pigliane un bichiere, e mettevi dentro uno gambaro, e non vel vedrai dentro, tanto è grosso. E vedi qui a Siena quanto egli è chiaro e sottile! Da che viene? Simile, va’, piglia un nocciolo dì quelle belle pesche da san Giumignano1, e pollo qui a Siena, e vedrai che faranno pesche che parranno fusaroli. — Oh, oh, che vuol dire questo? — dice colui. Sai che vuol dire? Tu hai recato qui el nocciuolo, e non hai recato di quello terreno. Così dico della vite: tu portasti la vite, ma tu non portasti il terreno: elli ha preso la natura del terreno, dove elli è notricato. Simile ti dico a te, donna, che dai il tuo figliuolo a balia: egli piglia della condizione di colei che ’l notrica. Dice colei: — oh, così è colei criata come so’ io2! — Tu dici vero, ma non ha quelli costumi una che un’altra. Doh! io ti voglio dire quello che intervenne, non è molto tempo, a Verona3. Uno giuocando disse: — vadane un cavallo da te e me, che la tal cosa è così. — Che sì... che sì, che no, infine eglino missero un cavallo, e uno di loro perdè. Come ebbe perduto, egli menò colui a la sua stalla, e dègli4

  1. Negli altri Codd., si legge: piglia uno nociulo di quelle belle pesche, e pollo qui a Siena, sai, di quelli da santo Giumigniano ec.
  2. Il Cod. Pal. invece: Oh, dice colei, così è colei creatura come so’ io! E il Cod. Sen. 5: Oh, ella è creatura come so’ io!
  3. Nel testo mancano le parole a Verona, che si leggono in tutti gli altri Codd.
  4. Gli altri Codd., deteli