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Siate santi, dice Idio, «iome so’ santo io. — Non si può èssare in tanta perfezione, ma ci vuole dire: — siate santi in ciò che voi potete di fare bene, come so’ santo io, che mai non feci altro che bene. — E però dice a tutti quelli che so’ in stato di matrimonio: vivete santamente, quanto v’ è possibile. Sai chi è quello che vive santa- mente? So’ coloro che con timore di Dio usano il matri- monio, con intenzione di aver figli ‘ che faccino la volontà di Dio, acciocché sieno ripiene le sedie della gloria. E questa fu la prima intenzione di Dio, che l’uomo ubidisse a lui, et essendoli ubidiente. Iddio gli desse la gloria, e mettesselo ne’luoghi donde cascare quelli che li furo disubidienti. Un altro modo ci è nei matrimonio, cioè che talvolta s’ usa che l’uno il richiede all’altro, non avendo il pensiero più oltre: questo non è santificato. Anco so’ di quelli che lo schifano per levare via il pec - cato: questi tali anco non sónno in quella santificazione; pure è scusato se ellino consentono. — A casa. Vediamo come questo matrimonio die èssare santifi- cato: in santificatione et honore. Tu vedesti ieri quelli freni che tu dovevi tenere, cioè: i termini del matrimo- nio non passare^ contra natura non operare, e i tempi con discrezione considerare. E che si doveva usare a tempo congruo, e in luoghi atti a ciò, e nel luogo pro- prio, assai chiaro te ne mostrai. Ma oggi io ti voglio dichiarare alcuni dubbii, i quali domandano i santi dottori, e pongonti ^ V essemplo. Poniamo che sia uno o una che usa il matrimonio per diletto, non per avere figli, nè anco per rendere il debito, nè per schifare fornicazione; niente di meno elli non si vorrebbe dilet- ’ Qui ed altrove il CocL Pai. e il Cod. Seiì. 6 leggouo, -figliuoìi. 2 Oli altri Codd., forse meglio, e pongoti.