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142 | predica vigesima |
dice così; che se ella crede che elli non farà altro peccato, ella non li díe mai consentire. Altri ci so’ che dicono in altro modo, ma io m’acordo al detto d’Alissandro. Qui in Italia, se il marito non sa, mai la donna non gliel debba dire, per lo maladetto vizio.1 O donna, se ’l tuo marito è sodomitta, mai non glil dire. Io vi do a voi donne tutte questo consiglio: non glil dir mai. Questa materia a predicarvela per certo ella vi sarà molto utile.
Tu hai vedute tre briglie o tre freni, come la carne díe èssare rafrenata; e questo è detto in quanto alla prima verità.
La siconda verità; come la carne díe èssare ordinata; e questo si è per la ubidienzia. Io ti voglio dimostrare due obedienzie.
L’una è il voto regolare.
L’altra è il voto matrimoniale.
El nostro è il voto regolare, il quale doviamo mantenerlo insino alla morte.
L’altro è il matrimoniale, cioè il tuo. Marito e moglie ognuno si díe mantenere.
Ma diciamo: chi è più obligato, o il religioso al suo prelato, o la donna al suo marito? Dicono i dottori che è più questo del voto regolare. La ragione: perchè elli è palese e volontario; ma quello del matrimonio è voto mutuo. Del nostro voto sai come è fatto? È come io son tenuto d’ubidire il mio magiore; che ogni volta che ’l mio superiore mi comandasse che io facesse uno solo peccato veniale, io non so’ tenuto a ubidirlo, con tutto ch’io gli sia suggetto. Sai perchè? Perchè io gli so’ obligato a ubidire al bene e non al male; e se elli mi co
- ↑ Intendi, pel maladetto vizio che domina, della sodomia.