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predica vigesima | 137 |
quidem amoris honestas, magnitudo deformis nihil refert, cum qua homo insaniat, quia insanus est. L’origine dello amare di moglie con marito o di marito con moglie, ogni troppo si versa1. Non è altro il troppo che il desiderare, e colla volontà molto adulterare; e questo interviene sempre a coloro che troppo fieramente l’amano: solo per lo tanto amarla è impazzato. Tali so’ che per lo troppo lussuriare so’ impazati; che come per lo digiuno so’ tali, che lo’ manca il celabro; così a costoro per quello, sai2, che in ogni modo che tu impazzi, tu stai male. Quando uno di questi tali impaza, elli si suol dire; — per lo troppo digiuno egli è mancato il celabro. — Sai in ogni modo che è? Stai male essendo pazo. Anco s’impaza talv«)lta per altro modo. Oh, maladette femine maliarde, della malaventura! Doh, un’altra volta il dirò più alla chiaroza! Adunque tu vedi il peccato gravissimo ogni volta che tu esci de’ termini.
Sicondo freno: contro a natura non operare; cioè non passare la forma del matrimonio. Ogni volta che tu passi il modo ragionevole, tu fai centra natura. Se tu hai peccato, non m’hai inteso. Ode; ogni volta che usano insieme per modo che non si potrebe ingenerare, ogni volta è peccato mortale. Alla chiara, te l’ho detto? O, intendaremo di chi è sterile, che ne so’ assai uomini e donne che non possono ingenerare; io non dico così. Ma dico del modo; ogni volta che tu usi per modo che non possono nasciare e generare figliuoli, sempre fai peccato. E quanto è peccato? Oh, è uno grandissimo peccato! Oh, è uno grandissimo peccatone! Agustino volendo più apertamente mostrare questo peccato come sta e come