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114 | predica decimanona |
anco riesce piacere a Dio: eziandio gli uomini e le don— ne ne possono pigliar buono esemplo; ma se cascano, o escano della dritta via ordinata da Dio, costoro non possono mai capitare bene. E però tutti vi priego che siate ordinati a onore di Dio nel santo matrimonio. Dice nello Ecclesiastico: In tribus placitum est spiritui meo, con— cordia fratrum, amor proximi, et vir et uxor bene consentien— tes1: — Tre cose piacciono a Dio: l’una, l’amore dei fra— telli, i quali s’amano insieme; l’altra, amore dei prossimi, cioè fra’ cittadini l’uno all’altro; l’altra è l’amore fra la moglie e il marito, e ’l marito e la moglie; i quali si intende che tutti il faccino in carità di Dio. — E hai compreso, onesto e dilettevole. Veniamo al fine. O donne, promettetemi voi una cosa, prima ch’io dica più oltre2. Io voglio che voi me la promettiate. Promettetemela? Or oltre. Io voglio che voi v’aumiliate, e non che voi insuperbiate; col capo basso, e voglio tener con voi.
La terza parte. Quatro cagioni dell’utile voglio che voi udiate che esce de la donna, e poi sarà fine al nostro dire. Prima, del frutto la preziosità. Siconda, perchè è defensione nella fragilità. Terza, è sovenimento nella necessità. Quarta, concordia con tranquillità.
Prima: del frutto la preziosità. Oh quanto so’ preziosi i frutti della buona donna! Inde hai il detto della Scrittura3: Ex fructibus eorum cognoscetis eos: — A’ frutti loro li cognósciarete. — El pero a che si cognósce se egli è buono? Sai, uno pero ciampolino? Al frutto suo il cognosciarai. Simile, la vite a che la cognósci quando ella è buona? Al frutto suo. Così delle sùcine: al frutto