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112 predica decimanona


più gli uomini spirituali come solevano èssare, e come già se ne vidde;1 e anco delle donne, che ce n’erano assai e nella città e nel contado, tutto pieno qui di fuore. Non so che si voglia dire; pure vego che le possessioni vostre si lavorano, le quali solevano essere delle chiese: come si sieno andate, voi il sapete voi meglio di me. Simile, quando io guardo le chiese, li spedali, che solevano essere uffiziati, io veggo quine essere mal capitata2; in quello spedale non esservi letta da potere ricévare i pellegrini; quale è caduto, quale ha uno difetto, e quale n’ha più. I mali3 vego multiplicare, e il bene mancare. Vego i prigioni4 non avere aiuto da coloro che possono; veggo le vedove e pupilli èssare abbandonati, e ogni misericordia venuta meno. Dall’altro lato vego méttare in pompa e in vanità. Anco viddi le compagnie vostre stare già molto bene: non so io come ora si stanno. Anco mi ricordo di quanti buoni religiosi d’osservanza c’erano, che ora non ci sono: tutti venuti meno; chè pure quegli ch’io viddi in queste compagnie, era una devozione l’osservanza loro. Del bene si díe dire bene. Dico che di donne a Milano ci so’ due munisteri d’osservanza: el numero so’ in tutto di quaranta donne, sotto l’ordine che diè santo Francesco a santa Chiara; donne di grandissima devozione. Anco a Crema vi sònno di quelli del terzo ordine di santo Francesco; e quanto frutto vi fu! Forse è tre mesi e meno, che credo che da cinque miglia battenti vi fussero di disciplina; che tutti si battevano con catene di ferro, e uscivane sangue, che a vedere era una devozione. Non pare

  1. Gli altri Codd. aggiungono, in questa terra.
  2. È sottinteso, la città di Siena. La stampa, male capitate.
  3. Il Cod. Sen. 6, il male.
  4. Negli altri Codd., i pellegrini.