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die èssare la donna adiutorio all’uomo; e tu donna sei tenuta, se il tuo marito è (ìaduto in peccato, di aiutarlo a rilevare, e non aitarlo a minare; e se tu l’aiterai a trarlo fuore della miseria e del peccato, oh! tu acqui- sterai quanto merito da Dio, e andarà bene la cosa. E simile tu, marito, anco debbi aitare la tua donna, non a rómpare il collo, ma a trarla del peccato; chè veggo voi, donne, tanto essere trascorse nella vanità, che mi pare una confusione, con vostre code e civette,’ più che io vi vedesse mai; e in molte altre vanità. E come io veggo qui, così ho veduto in molti altri luoghi; e frolle altre vanità che io ho veduto, non trovai ninna così gran- de, quanto qui a Siena; chè voi mi parete tanto grandi don- ne, che voi avanzate Taltre, ® quando voi sete intrampalate con panni trascinanti; che mirandoli io, mi dimostrano di voi tanto vituperio, che io temo che solo per questo voi non facciate venire qualche grande isterminio io questa città. E dice colei: — la spesa è pure fatta: che doviamo fare? La cosa che è fatta non può tornare a dietro. — Dici vero. Ma ditemi? Uno che stesse in su la torre, se egli desse il salto fuore, e, dato il salto, egli vedesse e conoscesse come egli ha fatto male, egli non può però tornare a dietro, che e’ li si converrà che egli facci il fracasso in terra. Così mi credo che interverrà a voi de’vostri vestiri, a voi che dite: — che se ne fa, poi chelacosaèfatta?—Iononlosogiàio,senoncheio aspetto qualche fracasso; chè quando io considero le cose vane tanto multiplicate, e le spirituali mancate, non so vedere che bene ve ne possa seguitare. Egli non ci so’

  • Questa parola sembra che qui stia a significare una foggia di abbi-

gliamento donnesco. 2 II Cod. Sen. 6, Valtre donne.