senta l’umanità, e ’l mèle significa la divinità. E po’ che il fiadone ha in sè la cera ed il mèle, così ha lassù divinità e umanità insieme. A dunque gode, Maria, questo fiadone, cioè il tuo diletto Figliuolo colla Divinità. Discerne questo tuo dolce Figliuolo unito colla Divinità. Vede questo tuo dolce Figliuolo colla Divinità. Intende questo tuo dolce Figliuolo colla Divinità. Possiede questo tuo diletto e mio Figliuolo. E che maggiore letizia si può considerare che Maria possa avere? Ella gode Idio, Ella il discerne, Ella il vede, Ella il considera, Ella el possiede, sempre specchiandosi in lui unito col Padre Eterno. Ella vede nel suo diletto Figliuolo quella propria carne che Essa nutricò col suo proprio latte; quella la quale Ella concepè e tenne nel suo puro e virgineo ventre. Ella vede quella propria carne, colla quale egli visse in questa vita xxxiij anni. Ella vede quella propria carne, la quale patì tanta aspra pena in sul legno della croce per la salute di quelle anime, le quali volevano seguitarlo nella dottrina sua evangelica. Del quale vedere Maria ha tanto gaudio, tanta consolazione, tanto triunfo, tanto diletto, che mai non si ristà di guardarlo per tanta letizia, quanta Essa sente. Maria ha più lucidità di Dio, e più il discerne e più il comprende e intende, che mai nissuna creatura che fusse. Simile, più possiede Idio, che mai fusse posseduto da altra creatura; per che ’l Padre e ’l Figliuolo e lo Spirito Santo con tutta la gloria so’ dinanzi da lei, non tenendo occulta una minima parte di gloria che sia in vita beata. Ciascuno fa festa di lei. Così vo’ dire a voi, frategli e figlioli miei; fate festa a gloria di Maria; fate festa a laude sua; guardandovi sempre da quelle cose che possono dare danno all’anima. Guardatevi da’ guardamenti vari, chè da quelli si viene poi a peggio. Pigliate esemplo da’ beati spiriti: sempre stanno dinnanzi