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predica decimaquinta | 379 |
ceva David: — Io so’ fatto a modo che un giumento,1 e vengo a te coll’anima e col corpo, facendo tutto quello ch’io credo che ti piaccia; e per questo tu dai all’anima mia et al corpo spirituale consolazione. — Simile fu di questi anco santo Lorenzo, il quale nel suo martirio godeva nel mezzo delle fiamme del fuoco; e la letizia che elli aveva nell’anima era tanto grande, che si versò nel corpo di fuore. Similmente anco di molti Apostoli ne’ martirii loro, et anco quando erano perseguitati. Ibant gaudentes a conspectu consilii, quoniam digni habiti sunt pro nomine Iesu contumenliam pati:2 — Andavano godendo li Apostoli, quando erano perseguitati per lo santissimo nome di Iesu Cristo. — E chi credi che godesse? Prima godeva l’anima [loro, e tanta letizia era nell’anime loro]3 che abondava di fuori, et infondevasi anco nel corpo. E questa è la dilettazione spirituale.
La siconda dilettazione si chiama sensuale o vuoi temporale. E questa dilettazione è quella che l’uomo piglia in questo mondo, cioè delli onori del mondo, delle richezze, de’ diletti, de’ contenti d’avere bella donna in matrimonio, d’avere belli figliuoli, che sieno onorati; le quali cose avendole, e non sapendosi con esse regolare, elli viene a peccare in molti e molti modi; i quali modi ravedendosi come Idio talvolta il toca, o per udire predicazioni et amaestramenti, et elli si ravvede. E vede che il peccato che elli faceva, era per flagelità, e subito viene a pèntarsi con contrizione, e così ritornato in sè,