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predica decimaquinta 377

mo, e subito ardarà. Et hai veduto mons magnus ignis ardens.

La terza radice è impazienzia. Ogni volta che un superbo viene a ira, oh, oh, oh, va’, tocali il naso;1 mai non sarebe sofferente, che non vorrebbe essere salutato. E però dice: Missus est in mare. Oh, quanto è pericoloso mare una mente superba! Quello è ben mare d’amaritudine. Se tu il tocasse ponto, elli fumicarebbe. E però disse Ieronino a terzo cap.: Magna velut mare est confritio tua.2

La siconda parte principale. Et facta est tertia pars maris sanguis: — E fu fatta la terza parte del mare sangue. — Non avere il pensiero a questa maladetta lussuria, nè a niuno atto di carne. Ode che t’è detto nello Eclesiastico a xiiij cap.°: Ne declines cor tuum in mulierem. 3Non èssare sì pazzo che tu ti ponga a balestrare le femine,4 quando sarà detta la predica; imperò ch’io non voglio che voi mi facciate ruffiano; che se io me ne avvego, io farò con bombarde e con balestra e con trabocchi; e farò per modo ch’io mi farò tenere un pazzo. — Non declinare l’ochio tuo nella donna altrui.5 — A casa, a casa, dico.

Dice Giovanni che e’ fu fatta la terza parte del mare sangue; dove noi vedremo tre delettazioni:

Prima è dilettazione spirituale.

Siconda è sensuale.

Terza è carnale.

  1. Cioè, se tu prenda con lui il più piccolo scherzo, non saprà sopportarlo.
  2. Nel nostro Cod. segue una breve lacuna, spazio sufficiente alla versione del luogo latino citato, la quale si trova omessa pure negli altri Codici.
  3. Non così la Volgata, vers. 12 e 13 del detto cap. Cum aliena muliere ne sedeas omnino, nec accumbas cum ea super cubitum; et non alterceris cum illa in vino., ne forte declinet cor tuum in illam ec.
  4. Cioè, volger gli occhi ora di qua ora di là per ricercarle.
  5. Il Cod. Pal., l’occhio tuo del cuore nella donna altrui.