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368 | predica decimaquinta |
con tutto che elli abbi le tentazioni, sempre resiste, nè mai consente a nulla. E però questo tale combattitore, rimanendo veocitore, elli è incoronato. Questo s’aquista molto per la virtù della umilità. La superbia, perchè ella non combatte mai, non merita corona. Ma bene vengono cotali tentazioni e cotali pensieri nella mente nostra, e stanno sì dentro nell’anima: non essendo mosse da superbia, non so’ però di peccato, se già tu non le leghi in te1, o vero lo’ dai cagione che esse si riposino in te. La ragione si è, che da altro motivo vengono della nostra mente: non so’ in nostra potestà i primi2 motivi. So’ d’altra ragione le tentazioni vengono dalia superbia, che fanno ruinare l’anima. Come dirà uno: — oh, io vorrei diventare prete! S’io fussi prete, io confessarei, io ârei il nome di buona persona, io farei molte cose. — Da superbia vien questo.
Queste sònno delle operazioni e tentazioni che entrano per la porta della superbia; e che questo sia vero, se tu volti per contrario, tu ne vedrai l’essemplo. L’operazioni di Maria, madre di Iesu Cristo benedetto, furono le più virtuose che mai frissero operate in questa vita da pura creatura. E queste opere furono operate nella vita sua: l’operazioni sue furono tutte in grazia di Dio, et in lui dirizzava ciò che faceva. E ciò che mai ella fece, ogni cosa entrò in lei per la porta della umilità. E che fece costei? Ogni spirazione, ogni parola, ogni cosa piccola o grande, tutto faceva con umilità. E per tanta umilità ch’ella ebbe, che meritò? O Maria, che meritasti? Quia quem coeli capere non poterant, tuo gremio contu-