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XV. In questa seguente predica si contiene della siconda visione di Giov anni evangelista, locando molto della superbia de’ peccatori con bellissime ragioni. Suspiciens lesus in coelum ingemuit.^ et aii illi : ephphethay quod est adaperire (Iterum ubi supra). Di nuovo anco lesu ìacrimando, alzando gli ochi al cielo disse: — ephphetha:^ — apreti, occhio chiuso et orecchia serrata, apreti a volere udire e vedere la tua salute. Nel parlare nostro di stamane ci convien vedere la visione la quale vidde Giovanni ne V Apocalisse allo ottavo cap. del sicondo Angiolo, che elli vidde colla siconda tromba, dove così dice : Et secundus Angelus tuba cecini^ et tamquam mons magnus igne ardens^ missus est in mare^ et facta est tertia pars maris sanguis, et mortua est tertia pars creaturae eorum^ quae habebant animas in mari^ et tertia pars navium interiit. Dice che — quando 1’ Angiolo sicondo si pose la tromba a boca, tpu, tpu, tpu, una montagna di fuoco ardente, grande più che la Monta- miata, cadde in mare, e fatta fu la terza parte del mare sangue, ed è morta la terza parte delle creature che aveva- no anima nel mare, e la terza parte delle navi pericolaro- no. * — Nel qual sacro parlare ci so^dimostrate tre visioni : La prima è superbia mentale. 1 Così nei Codd., ma forse il Santo avrà, detto,, perirono.